venerdì 17 gennaio 2014

Troppi talenti lasciati scappare all’estero

PADOVA. Che futuro può avere un Paese che rinuncia ai propri giovani talenti e si rassegna all’inesorabile declino? Due storie esemplari del Veneto, raccontate nel «Memorandum» di Roberto Napolentano sul Sole 24 Ore, riaprono il dibattito su un’Italia smarrita che rinuncia alla propria creatività. aprire fabbrica in romania
La prima storia la racconta Alessandro Marcolin,figlio di contadini, imprenditore di Maser di Treviso che nel 1975 ha creato Crispi Sport, laboratorio di calzature da montagna leader assoluto nelle proprie nicchie di mercato, oggi una delle aziende più ambite in Italia con il 90% del fatturato esportato in Austria, Francia, Germania, Svizzera. «Nel 2000», scrive Marcolin, «trasferiamo parte della produzione in Romania e Ungheria e ci buttiamo in un grosso investimento in Cina con prodotti made in Italy. Mossa indovinata. Le grosse difficoltà le troviamo in Italia, nella ricerca di personale: pochissimi italiani rispondono alla nostra chiamata e assumiamo extracomunitari. Ho tre figli che lavorano in fabbrica e il loro futuro sarà di emigranti di lusso: con la valigetta in mano andranno all’estero per farsi fare le scarpe, in Italia rimangono il design e la ricerca». costiituire  una ditta in Romania
Marcolin mette in fila i mali del nostro Paese: la burocrazia; i controlli della Finanza con leggi che ogni giorno cambiano; la babele di norme urbanistiche per costruire un capannone. E la latitanza delle istituzioni. «Io ho fatto le scuole medie ed esporto il 90% all’estero ma se fosse per l’Ice sarei già morto. La prima volta che ho chiesto aiuto per approdare in Norvegia mi hanno detto: lasci perdere se non conosce l’inglese, torni in Italia». A Montebelluna, nel distretto dello scarpone,per fortuna non hanno mai dato retta ai superconsulenti dell’Ice.  ristoranti in vendita in Romania
L’altra storia arriva da Franco Tallardo, 67 anni, famiglia di emigranti bellunesi: da ragazzo era in Russia e ha seguito l’Ikea di Mosca e con «orgoglio e molta rabbia» oggi parla di suo figlio. Un genio, fin da ragazzo. Con titoli accademici di assoluto rilievo: International Baccalaureate alla Anglo American School di Mosca nel 2008, quando aveva 16 anni. Poi il Bachelor in E & M alla Bocconi nel 2011 con un Master in Finance & Private Equity l’anno dopo alla Lse, London School of Economics con «distinction» e primo premio Antoine Faure-Grimaud come migliore studente 2012. E inizia a lavorare a Mosca alla Morgan Stanley ad appena 22 anni. In Italia invia il curriculum senza ottenere risposte, mentre Morgan Stanley gli offre uno stage di 10 settimane a Londra retribuito con 8500 Uk sterline, oltre all’affitto dell’appartamento e i voli in aereo. Finito lo stage lo assume, gli conserva il posto per due anni e gli dà anche un borsa di studio di 5 mila sterline per il Master of Science alla Lse. E l’Italia? Silenzio. Possibile che nessuno capisca che sta perdendo la sua «migliore gioventù»? consulenza per sviluppo attivita in Romania

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