giovedì 27 maggio 2021

Investimenti esteri: firmato l’accordo per attrarre grandi aziende in Piemonte

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L’accordo vuole favorire un’azione mirata, efficace e integrata per il radicamento delle multinazionali già presenti sul territorio, l’attrazione di nuovi capitali e il miglioramento della gestione ordinaria del rapporto con l’investitore estero grazie a una funzione di customer care

Radicare la presenza delle multinazionali, creare un ambiente favorevole alla fidelizzazione delle imprese a capitale estero che già investono in Piemonte e attrarre nuovi investitori straniericon questo obiettivo è stato siglato  il Protocollo di intesa per il consolidamento e l’attrazione degli investimenti esteri tra Regione PiemonteConfindustria nazionale e Confindustria Piemonte.

A firmare l’accordo sono stati il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello e il Presidente di Confindustria PiemonteMarco Gay. Alla presentazione, in videoconferenzaha preso parte anche Massimiliano BurelliCoordinatore del Gruppo tecnico per gli Investimenti e gli Investitori Esteri di Confindustria denominato Advisory Board Investitori Esteri (ABIE).

Il Protocollo si inserisce all’interno del Progetto Retentionvoluto dall’ABIE fa seguito a quelli analoghi già sottoscritti con le RegionToscana, EmiliaRomagna, Umbria e Lazio. Con questo accordo si intende promuovere la creazione di una funzione di customer care presso la Regione a disposizione degli investitori esteri sul territorio, che contribuisca concretamente alla lororetention, supportando il mantenimento e l’espansione degli investimenti delle imprese estere come partner indispensabili per lo sviluppo dell’economia.

Le aziende a capitale estero hanno un’incidenza molto rilevante nel sistema produttivo regionale e, in particolare, in quello industriale, dove occupano oltre 140 mila addetti, di cui 70 mila dell’industria. In Piemonte sono presenti quasi 1200 multinazionali a controllo estero provenienti da oltre 50 Paesi. Inoltre, lMNE in Piemonte svolgono un ruolo significativo anche per il tessuto locale dei fornitori,che beneficiano della loro presenza in termini di accesso ai mercati internazionali, adozione di sistemi gestionali avanzati, innovazione tecnologica e cultura manageriale.

Il Protocollo sancisce quindi una collaborazione tra le parti coinvolte che si impegnano a favorire un’azione mirata, efficace e integrata per l’ulteriore radicamento delle MNE già presenti e l’attrazione di nuovi investimenti esteri romania

Alla luce della pandemia che stiamo vivendo – ha affermato la Vice Presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria Barbara Beltrame Giacomello – e in linea con le attività che stanno mettendo in atto gli altri Paesi, nell’ambito della strategia nazionale per gli investimenti esteri, è fondamentale decidere la scala delle priorità. Per noi l’obiettivo principale deve essere la retention o fidelizzazione delle imprese estere già presenti in Italia. Fidelizzare significa riuscire a creare le condizioni per aumentare i loro investimenti sui territori in cui già operano e prevenire o accompagnare le fasi in cui le imprese cambiano le loro strategie per seguire le evoluzioni del mercato” ha spiegato la Vice Presidente. “Deve nascere un rapporto di reciproca fiducia e conoscenza tra imprese e autorità locali con l’intermediazione di Confindustria nelle sue articolazioni territoriali. Solo chi è vicino alle imprese può svolgere efficacemente questa funzione. Per questo ritengo molto importante il lavoro che nascerà dal Protocollo firmato oggi, che si inserisce in un percorso nazionale già partito con Toscana, Lazio ed EmiliaRomagna, Umbria e a cui attribuiamo grande rilevanza operativa”. “In particolare – ha aggiunto Beltrame – Confindustria, attraverso l’ABIE che persegue la promozione del Paese come destinazione di business, si impegna a sviluppare analisi con cui contribuire alla definizione di un piano di fidelizzazione delle multinazionali e a sviluppare un servizio per migliorare la gestione ordinaria del rapporto con l’investitore estero.

L’attrattività della nostra Regione – ha sottolineato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – è un elemento determinante per lo sviluppo economico. È necessario un lavoro di squadra, nel rispetto dei rispettivi ruoli, affinché si sfruttino quanto più possibile le peculiarità del Piemonte e si creino e implementino le migliori condizioni per creare terreno fertile, sia per chi già è presente nel nostro territorio, sia per i nuovi investitori. Seri e solidi progetti industriali a capitale estero sono un valore aggiunto per l’occupazione e per la stessa imprenditoria locale, così come dimostrato da numerosi esempi virtuosi che la nostra regione ospita. Si tratta di un documento necessario anche per superare i vincoli della burocrazia, perché le opportunità offerte dal Recovery Plan e dai fondi europei saranno molte e non le dovremo sprecareGuardando alla vicenda Embraco, dobbiamo avere la garanzia che chi viene a investire in Piemontedopo aver ricevuto tutti gli strumenti magari anche incentivi per poter iniziare, poi ci rimanga a lungo”.immobiliare romania

Il Presidente di Confindustria PiemonteMarco Gay ha affermato: Il Piemonte ha sempre saputo attrarre investimenti e aziende italiane e straniere grazie all’elevata competenza disponibile sul nostro territorio, con filiere iperspecializzate e dalla vocazione internazionale. Decisivo nell’attrazione di nuovi investitori è anche il contributo che arriva dalle figure altamente qualificate presenti nei nostri atenei, docentiricercatori e studenti, che garantiscono alle nostre università posizioni di prestigio nei ranking globali. L’ecosistema piemontese che eccelle in settori cardine dell’economia come automotiveaeropsaziofood e Ictesprime le possibilità di sviluppo quotidiano che il nostro territorio garantisce. La collaborazione che stiamo avviando consentirà anche di accelerare l’individuazione di misure rivolte alle semplificazioni necessarie a essere sempre più attrattivi e competitivi, come sottolineato anche nel piano industriale che abbiamo elaborato con laRegione”.

L’accordo sottoscritto oggi – ha concluso Massimiliano Burelli, coordinatore ABIE di Confindustria – riconosce il ruolo fondamentale che le multinazionali hanno avuto e potranno continuare ad avere nella crescita e nella valorizzazione del sistema industriale piemontese. Siamo certi che a questo accordo faranno seguito azioni concrete dell’amministrazione pubblica a sostegno della ripartenza delle attività produttive, dopo un lungo e drammatico periodo di pandemia. Questo rilancio passa attraverso lo sviluppo di quelle infrastrutture, reti, servizi e misure di semplificazione, non più rinviabili, necessari per il recupero della competitività e della qualità del lavoro che caratterizzano l’impegno di tutte le multinazionali presenti nella nostra regione”. operai dalla romania


mercoledì 5 maggio 2021

Investire nei Paesi più ricchi del mondo

 Quali sono i paesi più ricchi del mondo, per PIL nominale pro capite?

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Guardiamo quali siano i primi 25 paesi secondo questa metrica. Sono situati in Nord America, Europa, Asia e Oceania. In particolare, c'è da notare come nessun paese sudamericano o africano rientri in questa lista.

I dati provengono dal FMI. Il PIL pro capite è misurato in $USD, e risale all'anno scorso. Nel database del FMI, Macao SAR e Hong Kong SAR sono entrambi elencati separatamente dalla Cina.

I 25 paesi più ricchi del mondo

Le 25 nazioni più ricche al mondo sono le seguenti: il Lussemburgo ha un PIL nominale pro capite pari a $109.602,32, la Svizzera di $81.867,46 e l'Irlanda di $79.668,50. Questo è il podio.

Seguono la Norvegia con $67.988,59, gli Stati Uniti con $63.051,40, Singapore con 58.483,96 dollari, la Danimarca con $58.438,85, l'Islanda con $57.189,03, il Qatar con 52.751,11 dollari e l'Australia  con $51,885.47 pro capite. aprire srl in romania

Sorpresi delle prime 10 posizioni? Non dovreste. Ricordatevi che parliamo di PIL pro capite, cioè per abitante, e non in senso assoluto (dove gli USA sono primi, la Cina seconda ed il Giappone terzo).

Continuiamo. Seguono i Paesi Bassi con $51.289,57 per abitante, la Svezia con $50.339,20, l'Austria  con $48.634,34, la Finlandia con 48.461,48 dollari, la Germania con $45.466,12, Hong Kong SAR (Special Autonomous Region) con $45.175,73, il Belgio con $43.813,80, il Canada con 42.080,10 dollari, San Marino con 41.682,81 dollari e Israele con $41.559,51.

Infine, nelle ultime 5 posizioni, ci sono la Francia con $39.257,43, il Regno Unito con $39.228,52, il Giappone con 39.047,90 dollari, Macao SAR con $38.769,20 e, last but not least, la Nuova Zelanda con 38.675,32 di PIL nominale pro capite. immobiliare in romania

Anche se è il numero uno sulla scena globale in termini di PIL totale (come detto), gli Stati Uniti sono al quinto posto con un PIL pro capite di 63.051 dollari. Ottimo, ma non abbastanza per il top.

È interessante notare che un certo numero di paesi con una popolazione più piccola hanno un alto PIL pro capite. Per esempio, l'Islanda entra nella top 10 con 57.189 dollari, ma la popolazione dell'isola è solo di circa 342.000 persone. Allo stesso modo, la popolazione del Lussemburgo è poco meno di 633.000 persone, ma è il paese più ricco del mondo su base pro capite.

Come costruisce la ricchezza una nazione?

Come hanno fatto questi paesi a diventare così ricchi?

Guardando la loro storia, la maggior parte dei paesi ad alto reddito ha attraversato un percorso lineare simile. Iniziando con economie basate sull'agricoltura, sono passati attraverso un periodo di rapida industrializzazione, e infine sono diventati economie basate sui servizi.

In Lussemburgo oggi, uno dei settori principali è quello dei servizi bancari e finanziari, per esempio. Ecco uno sguardo ad alcune delle industrie di punta dei primi cinque paesi più ricchi:

  • Svizzera: servizi bancari e finanziari, agricoltura.
  • Irlanda: risorse naturali (incluse agricoltura, pesca, silvicoltura e miniere), prodotti farmaceutici.
  • Norvegia: petrolio e gas, energia idroelettrica, frutti di mare.
  • Stati Uniti: beni immobili, sanità, tecnologia.
  • Singapore: servizi finanziari, produzione, petrolio e gas.

Le economie più ricche del mondo rimarranno probabilmente in testa per il prossimo futuro, anche se alcune potrebbero sperimentare una crescita piatta. In Giappone, per esempio, il mercato interno sta cominciando a ridursi a causa dell'invecchiamento della popolazione (che è la più vecchia del mondo, davanti anche all'Italia, Paese notoriamente ottuagenario).

Indipendentemente da ciò, la ricchezza di questi paesi oggi è stupefacente, con il paese più ricco del mondo che ha un PIL pro capite di 415 volte superiore a quello del paese più povero del mondo.

Gli strumenti per investire nei Paesi più ricchi del mondo - podio

Sorprenderà sapere che non esistono fondi o ETF che consentano di investire sul Lussemburgo. Per essere una nazione che ha fatto dell'attività bancaria e finanziaria una ragione di vita, alla stregua di una Svizzera o di un Lichtenstein, la cosa in effetti lascia interdetti.

Il tutto anche considerando che molti fondi ed altri prodotti finanziari sono di diritto lussemburghese. Perché? Perché per offrire i primi fondi comuni comparsi sul mercato italiano, prima del 1984, le banche e le compagnie di assicurazione che volevano offrire fondi comuni dovevano costituire apposite società di gestione in Lussemburgo. 

Sulla Svizzera, invece, è possibile investire. Innanzitutto possiede una delle borse più evolute del mondo, quella di Zurigo, ed una valuta bene rifugio mondiale per antonomasia, il franco svizzero.

Poi ci sono svariate società svizzere che sono vere e proprie corazzate e conglomerate globali. Qualche nome? Novartis, Nestlé, UBS, Credit Suisse, Glencore, ABB, Roche, SGS, Lafarge-Holchim, Kühne + Nagel International, Milgros.

E poi ovviamente esistono ETF e fondi per investire su tutte queste aziende, ed altre. Noi preferiamo gli ETF per via di costi molto più competitivi. Esistono ben 7 ETF che investono sulla Svizzera. Due strumenti praticamente si equivalgono, sono da considerare i migliori, e sono Xtrackers SLI UCITS ETF 1D e iShares SLI UCITS ETF (DE).

Anche l'Irlanda possiede una Borsa evoluta ed aziende importanti in cui investire, tra cui Aer Lingues, Ryanair, Allied Irish Banks, Bank of Ireland e Kerry Group. 

Un solo ETF consente l'esposizione alla globalità delle aziende irlandesi, ed è l'iShares MSCI Ireland ETF.

Gli strumenti per investire nei Paesi più ricchi del mondo - follow up

Gli strumenti per investire sul mercato norvegese sono due: Global X MSCI Norway ETF iShares MSCI Norway ETF. Il primo è considerato leggermente migliore del secondo, ma sono davvero molto simili.

Le aziende della regione scandinava più ricca non sono molto conosciute da noi, ma sono imprese molto solide e ben gestite. Le più conosciute sono Norsk Hydro e Telenor, la principale compagnia di telecomunicazioni del Paese.

Gli Stati Uniti non hanno bisogno di presentazioni. Principale mercato finanziario del mondo, e il più liquido ed evoluto, con le due Borse più importanti, NYSE e NASDAQ, possiede talmente tanti strumenti finanziari da far girare la testa.

L'esposizione a questi mercati può essere fatta praticamente su qualsiasi cosa, e tali strumenti non necessitano di presentazione, essendo sicuramente presenti nel portafoglio di qualunque investitore abbia un'esposizione internazionale.

L'esposizione nostrana a Singapore, città-stato asiatica situata sulla punta della penisola di Malacca, e princiaple centro finanziario fuori dalla Cina continentale dell'intera Asia, può essere ben fatta con l'ETF Xtrackers MSCI Singapore UCITS ETF 1C.

Anche la Danimarca possiede una Borsa valori, piccola ma molto efficiente, ed aziende di valore a cui esporsi attraverso l'iShares MSCI Denmark ETF.

Molte aziende danesi sono di assoluto valore, e ci si può investire. A parte la famosissima LEGO, e l'altrettanto famosa Maersk, di cui tutti abbiamo visto i container a giro, altre importanti realtà danesi sono Danske Bank, Carlsberg, Novo Nordisk, Vestas, Arla Foods, DSV, Danfoss.

L'Islanda, per quanto sia un luogo di benessere, è una realtà a cui è più difficile accedere per il retailer finanziario. La nazione emette bond come qualunque altra, e questi sono chiaramente investibili via banca o broker, ma non ci sono prodotti nostrani che investano direttamente sui mercati islandesi.

Esiste però un prodotto locale, l'IS OMX Ice­land Index Fund, della Islands Banki, sottoscrivibile sul loro sito. Suggeriamo profonda cautela vista la conoscenza praticamente nulla del mercato anche da parte dei consulenti, sebbene la Borsa islandese sia di proprietà del NASDAQ, e quindi sicuramente ben gestita.

Il Qatar, una delle piccole nazioni della penisola arabica benedetta dal petrolio, cos' abbondante in quella zona, trova la sua espressione nell'ennesimo prodotto di iShares, che copre praticamente qualunque mercato essendo la costola-ETF del colosso BlackRock. Si tratta di iShares MSCI Qatar ETF.