sabato 7 dicembre 2013

«Bic», una leva tech per lo sviluppo


TRENTO. Officine di innovazione applicata, non chiacchierata. Dove si rischia, si ha successo, si fallisce. Questi sono i Business Innovation Center europei che si sono dati appuntamento a Rovereto, il più grande d’Italia, per l’annuale Tech Camp che riunisce direttori, tecnici e imprenditori perché possano scambiarsi progetti, esperienze, soluzioni. Nel 2011 si erano incontrati a Berlino, nel 2012 a Londra, quest’anno ospite è il Polo tecnologico di Via Zeni che dell’European Bic Network è membro dal 1992. Un riconoscimento dell’esperienza maturata in oltre vent’anni di attività, oggi divenuta patrimonio di Trentino Sviluppo e, in Trentino, non sempre adeguatamente conosciuta e apprezzata. Ma di cui sono consapevoli il presidente Diego Laner e Antonietta Tomasulo, consigliere delegato all’innovazione, che ieri hanno accolto i colleghi e che li seguiranno nei lavori che si concluderanno domani. Oggi è in calendario l’intervento dell’assessore all’industria Alessandro Olivi che racconterà il modello trentino di sostegno a start up e ricerca che si realizza anche attraverso gli incubatori d’impresa. Chiediamo, invece, al direttore di Trentino Sviluppo, di fornirci gli elementi essenziali dell’attività che, ospitata nei 7 centri distribuiti tra Rovereto (due unità), Trento, Pergine, Borgo, Mezzolombardo e Pieve di Bono, assiste circa 120 imprese. consulenza in affari in romania
«L’obiettivo dei Bic è ben definito: aiutare l’idea imprenditoriale a trasformarsi in impresa vera e propria, capace di sostenersi da sola. Dirlo è semplice, realizzarlo dipende da molti fattori», dice Stefano Robol. «Noi garantiamo disponibilità di spazi a costi contenuti, servizi di consulenza per l’accesso a fondi e contributi pubblici, formazione per sviluppare la cultura d’impresa. Proprio oggi inaugureremo il nuovo iPoint, sportello informativo per giovani imprenditori. In altre parole: cerchiamo di creare il contesto più favorevole possibile al successo dei progetti. Certo, gli insuccessi sono inevitabili.
 Ecco, per esempio, un dato che discuteremo coi colleghi: la media dei fallimenti nei Bic europei è del 10% nei primi tre anni di vita dell’impresa, mentre i fallimenti nei Bic trentini è del 7%, ma nei primi dieci anni. Può essere letto come un risultato positivo o come un eccesso di prudenza o di sostegno: la discussione è aperta». romania investimenti
Il sistema trentino, comunque lo si giudichi, ha dato risultati interessanti, con il varo di imprese che, uscite dal Bic, hanno trovato spazio sul mercato come la Gread Elettronica di Rovereto che ha aperto una filiale in Romania con un centinaio di dipendenti, l’Atesina di Nomi, la Capi di Calliano, uno spin off, quest’ultima, della multinazionale Dana. Questi ed altri sono risultati finanziati dal bilancio di Trentino Sviluppo che destina all’assistenza dell'imprenditorialità innovativa parte del 15 milioni ricavati dalla gestione del patrimonio immobiliare. aziende in vendita in romania
«Con un orientamento nuovo: affiancare ai centri indifferenziati, aperti a tutti i settori, indirizzi specialistici, individuati per le loro potenzialità strategiche. Mi riferisco a Manifattura Domani, diretta da Gianluca Salvatori, che sugli 8 ettari dell’ex fabbrica di tabacchi già ospita una trentina di imprese dedicate alla green economy ed al progetto Meccatronica, la cui struttura inaugureremo a giorni, proprio qui, nei 10 ettari del centro di Rovereto. Investimenti notevoli, sostenuti interamente dalla Provincia. In altri paesi europei - esamineremo, oltre al Bic trentino, i casi di Dublino e del Garching di Monaco - si sono, invece, adottati modelli a finanziamento misto, pubblico e privato. Sarà un confronto interessante. Il Tech Camp, dopotutto, serve a questo». fabbrica in vendita in romania

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